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Arriva Machete, si salvi chi può!

22 Apr

Metti che “provi a fregare il messicano sbagliato”, con la faccia e le cicatrici da galeotto di Danny Trejo (lo è stato per davvero) e una sceneggiatura scritta da Robert Rodriguez. Metti che ti vada male, e che lui viva per anni nel pensiero della vendetta. Metti che poi, il messicano sbagliato, incontri due connazionali tanto pericolose quanto sexy a dargli una mano.

Machete è Rodriguez all’ennesima potenza, più sanguinario di Dal Tramonto all’Alba, più epico di Planet Terror, più Pulp di Sin City e solo un po’ meno messicano della trilogia del Mariachi. È, nella migliore tradizione Rodrigo-Tarantiniana, cinema di exploitation e satira sociale e politica, in un totale ribaltamento dei ruoli in cui i cattivi sono buoni e i buoni sono cattivi. Una dicotomia invertita interpretata perfettamente da Danny “Machete” Trejo, rozzo, violento ma dalla parte del popolo, e Robert “McLaughlin” De Niro, elegante e benestante senatore dello stato del Texas, prototipo del repubblicano di ultima generazione, quella della xenofobia dei Tea Party e di Sarah Pallin.

McLaughlin promette di bloccare l’immigrazione dal Messico alzando una vera e propria barriera al confine, Machete, Luz (la leggendaria eroina She che sa tanto di Guevara interpretata da Michelle Rodriguez) e l’agente Sartana (federale dalle ascendenze messicane con tanta voglia di tornare alle origini e il volto e il corpo di Jessica Alba), faranno di tutto per impedirglielo. Il tutto mentre il narcotrafficante Rogelio Torrez (un imbolsito Steven Seagal) flirta col senatore nella convinzione che Machete sia ormai scomparso.

Esasperato nella violenza e nelle scene di sesso, Machete è stato girato a furor di popolo dopo che Rodriguez ne fece vedere un finto trailer in Grindhouse. E a ben vedere il popolo ha avuto ragione e ha ottenuto ciò che voleva. Summa perfetta dell’arte estrema di uno degli ultimi cineasti ancora in vita, che tra uno Spy Kids e l’altro riesce ancora smentire chi lo vorrebbe imborghesito dal verde delle colline di Hollywood. Un film da vedere assolutamente e se è possibile da assaporare anche in lingua originale, quel minestrone di inglese-texano, spagnolo-messicano e spanglish dannattamente incomprensibile ma che è pilastro portante della narrazione. Ottima prova Robert, noi ti vogliamo così!