Un veliero gigantesco che solca mari in tempesta diretto verso i confini del mondo, creature fantastiche terribilmente pericolose, battaglie e duelli con spade e archi. No, non è I Pirati dei Caraibi, anche se a volte si ha l’impressione che lo sia. Si tratta dell’ultimo capitolo delle Cronache di Narnia, intitolato Il Viaggio del Veliero.
Narnia perde Peter e Susan, troppo grandi e trasferitisi negli Stati Uniti dove vivono col padre in attesa che in Europa la guerra finisca. Lucy e Edmund ci sono ancora, invece, intrappolati nella loro vecchia Inghilterra, condannati a convivere con uno zio assente e un cugino petulante e dispettoso. La mente però pensa a Narnia, e ci pensa così forte che alla fine Narnia si riprende due dei suoi re. Stavolta è un quadro il mezzo di trasporto con cui i Pevensie si spostano da un mondo all’altro, portando con sé, volenti o nolenti, anche il cugino Eustace.
Sarà lui il vero protagonista del film, non Edmund o Lucy, non Aslan o Caspian, ma proprio il piccolo, biondo e tracagnotto Eustace. Un bambino fin troppo realista e razionalista per l’età che ha, scettico come nemmeno Edmund lo era ai tempi di Il Leone, la Strega e l’Armadio, incredulo sull’esistenza della terra mitica di cui parlano i cugino a tal punto da non crederci nemmeno quando ci si ritrova dentro, con tanto di Minotauri parlanti, topi cavalieri parlanti e gabbiani…non parlanti.
Eustace è il protagonista e non potrebbe essere altrimenti, perché Narnia è un’esperienza formativa, che dopo aver portato Peter e Susan all’età adulta saluterà anche Edmund e Lucy per l’ultima volta, ma lascia capire che il percorso del giovane Eustace è appena iniziato. Per farlo crescere e per fargli scoprire il coraggio che ha dentro ci vorranno Aslan (il Leone parlante) e Reepicheep (il coraggiosissimo topo spadaccino), e un’esperienza nei panni e nelle squame di una creatura che a Narnia ancora non avevamo visto. Sarà ancora Eustace il protagonista di La Sedia d’Argento, quello che dovrebbe essere il prossimo capitolo della saga (i libri di C.S. Lewis sono sette e per ora solamente tre sono stati trasportati sullo schermo dalla Disney).
E coi protagonisti si evolve e matura anche tutto l’impianto narrativo e visivo della saga. Il Viaggio del Veliero è un’opera più adulta di Il leone, la Strega e l’Armadio e di Il Principe Caspian. Stavolta elementi fantastici ed elementi più realistici sembrano amalgamarsi meglio e gli effetti speciali sono resi ancor più spettacolari da un 3D che stenta a decollare finché si è in Inghilterra, ma diventa parte integrante del racconto una volta giunti su Narnia.
Resta purtroppo un pesante punto debole. La performance recitativa (ma soprattutto la voce italiana) di Ben Barnes (Il Principe Caspian, Dorian Gray) rimane su livelli medio-bassi. Bastò un film perché in Italia ci si accorgesse che Aslan non poteva avere la voce di Omar Sharif, quanti ce ne vorranno per cambiare anche quella di Caspian?